Probabilmente il termine "Massae Aequanae" dovette, in passato, riferirsi più genericamente agli insediamenti di u n territorio molto più ampio e, forse, il Casale di Massaquano, che ne conserva quasi inalterato il nome, ne era solo il nucleo più consistente. Massaquano, a circa 330 metri sul livello del mare, ha dunque possibile origine altomedioevale, dovendo il suo popolamento essere credibilmente assegnato, così come per gli altri Casali, all'epoca in cui motivi difensivi spinsero le masse rurali delle piane a rifugiarsi in collina e l'esodo verso le alture meglio difendibili modificò il paesaggio, sostituendo la prevalente disposizione a casolari sparsi con quella tipica dei borghi inerpicati. Due edifici trecenteschi caratterizzano la piccola piazza stretta e lunga: a monte la Chiesa di San Giovanni Battista all'Olmo e, a valle, la piccola Cappella di Santa Lucia, ricoperta di affreschi di matrice tardo giottesca, che il sopravvissuto documento di fondazione assegna al 1385. Questo scrigno della pittura del tardo Trecento, gioiello raro e sorprendente, appare di certo il più prezioso dell'intero territorio: affascinanti e ancora in più punti enigmatiche le iconografie , particolarmente rara la possibilità di poter indagare tanto da vicino brani di pittura così antichi, ottimi lo stato di conservazione e il restauro, altamente qualificata la resa pittorica. Alla Chiesa dell'Olmo si affianca l'Oratorio di Santa Maria a Chieja, sede dell'antica Arciconfraternita che ogni anno, il Martedì di Pentecoste, reca in processione solenne la bella Statua della Vergine, con gli abiti della festa trapuntati in oro, sotto una spettacolare pioggia di petali di rose.
Non distante da Massaquano è il borgo di San Salvatore, agglomerato rurale intorno all'omonima Chiesa. Percorrendo la stradina che da quella chiesa si diparte, si giunge alla piccola Santa Maria delle Grazie, eretta sul luogo dove alcuni contadini rinvennero un frammento di muro dipinto con l'immagine della Vergine. Lo stesso sentiero conduce, attraverso natura incontaminata e panorami mozzafiato, alla "Grotta del Romito", dove una mano ignota modellò sulla roccia, con ingenua ma intensa devozione, una povera Sacra Famiglia. Da San Salvatore, inoltrandosi ancora nel verde, ma svoltando a valle, si raggiunge la contrada di Avigliano, dove l'occhio attento può facilmente individuare, nelle poche masserie, parti di strutture e intagli di matrice catalana.